Emorroidi
Le emorroidi (dal greco haîma , "sangue" e rhéó, "scorrere") sono strutture vascolari del canale anale che, in condizioni normali, giocano un importante ruolo nel mantenimento della continenza fecale agendo come cuscini composti da strutture artero-venose anastomizzate e da tessuto connettivo con un alto contenuto di fibre elastiche e collagene.
Dal punto di vista anatomico in base ai rapporti con il canale anale si riconoscono tre cuscinetti principali: laterale sinistro (ore tre), anteriore destro (ore 11) e posteriore destro ( ore 7). Le emorroidi sono strutture che non possono essere definite né di tipo arterioso né di tipo venoso. Sono piuttosto vasi sanguigni chiamati sinusoidi ( questi differiscono dalle vene in quanto non hanno tessuto muscolare nelle loro pareti) localizzati nel tessuto sottomucoso, cui si associano stroma connettivale e tessuto muscolare liscio a scopo di sostegno, le vene del plesso emorroidario e gli shunt artero-venosi che sono a esse associati.
La malattia emorroidaria rappresenta una codizione patologica a carico delle emorroidi caratterizzate da gonfiore, tendenza al sanguinamento, e soiling.
La malattia emorroidaria costituisce un problema facilmente frainteso nella pratica clinica. I pazienti infatti tendono a confondere facilmente la malattia emorroidaria con una varietà di altri problemi della regione anorettale che vanno dal prurito anale alle ragadi anali, dalle fistole ano-rettali, al cancro del retto, dalle cisti pilonidali alle cisti sebacee ascessualizzate perianali.
La classificazione delle emorroidi prevede la distinzioni in quattro gradi:
I grado - emorroidi completamente interne, situate all'interno dell'ano.
II grado - quando protrudono dal bordo anale al momento della defecazione e poi rientrano spontaneamente
III grado - quando i gavoccioli venosi, dopo la defecazione, devono essere riposizionati all'interno del canale anale, manualmente.
IV grado - quando le emorroidi ormai completamente prolassate non rientrano nel canale anale e rimangono sempre fuori.
Se viene a formarsi un coagulo in un nodulo emorroidario si viene a sviluppare un rigonfiamento molto dolente noto come trombosi emorroidaria.Tale nodulo trombizzato può sanguinare solo se si rompe. Tale condizione patologica viene avvertita dal paziente come una neoformazione perianale dura e sensibile.
Se non trombotiche, le emorroidi esterne possono rappresentare un lieve problema. Tuttavia, quando vi è una trombosi, esse possono essere molto dolorose con risoluzione che si ha in genere in più di 2 o 3 giorni. Il gonfiore può richiedere un paio di settimane per scomparire, e dopo la guarigione un'escrescenza di pelle può rimanere (Marische perianali). Se particolarmente voluminose provocano problemi con l'igiene e possono causare irritazione della pelle circostante e prurito intorno all'ano.
Le emorroidi interne, solitamente, si presentano indolori, di colore rosso vivo e con sanguinamento rettale che si verifica durante i movimenti intestinali: una condizione nota come ematochezia. Le feci, solitamente, si presentano di un colore normale. Altri sintomi possono includere scarico delle mucose, una massa perianale se vi è prolasso attraverso l'ano, prurito e incontinenza fecale.
Le emorroidi interne sono solitamente dolorose solo se diventano trombotiche o necrotiche.
I sintomi di emorroidi patologiche dipendono dalla localizzazione. Le emorroidi interne di solito si presentano indolori e con sanguinamento rettale, mentre le emorroidi esterne possono produrre alcuni sintomi e forte dolore se si verifica trombosi e gonfiore nella zona dell'ano.
TRATTAMENTO
Il trattamento conservativo consiste tipicamente nell'aumentare l'assunzione di fibre alimentari e di liquidi per mantenere l'idratazione.
Mentre molti agenti locali e supposte sono disponibili per il trattamento delle emorroidi, vi sono poche prove per sostenerne il loro uso.
I flavonoidi danno un discreto beneficio.
Un certo numero di procedure ambulatoriali possono essere praticate.
-La legatura elastica è generalmente il trattamento di prima linea raccomandato nei pazienti che presentano un grado tra 1º e 3º della malattia. Si tratta di una procedura in cui vengono applicati elastici sulle emorroidi interne, almeno 1 cm al di sopra della linea pectinea, con lo scopo di interrompere la perfusione sanguigna. Entro 5-7 giorni, le emorroidi cadono.
-La scleroterapia comporta l'iniezione nelle emorroidi di un agente sclerosante, (l'olio fenolo) che fa si che le pareti delle vene collassino e che le emorroidi raggrinziscano. Il tasso di successo, a quattro anni dopo il trattamento, è di circa il 70%.
-Alcune tecniche di cauterizzazione hanno dimostrato di essere efficaci per le emorroidi, ma sono generalmente utilizzate solo quando altri metodi falliscono. Questa procedura può essere effettuata utilizzando l'elettrocauterizzazione, la radiazione infrarossa, la chirurgia laser. La cauterizzazione all'infrarosso può essere un'opzione per il grado 1º o 2º della malattia. Nei pazienti con grado 3º o 4º della malattia, i tassi di recidiva sono piuttosto importanti.
Trattamento chirurgico
Vi sono diverse tecniche chirurgiche efficaci per il trattamento delle emorroidi. La reale difficoltà per il chirurgo è scegliere la tecnica più adeguata alla condizione clinica del paziente.
L'emorroidectomia escissionale è l'asportazione chirurgica delle emorroidi, ed è utilizzata principalmente solo nei casi più gravi. Vi è un maggior beneficio a lungo termine rispetto alla legatura elastica nei pazienti con emorroidi di grado 3º. È il trattamento consigliato nei pazienti con emorroidi esterne trombotiche, se effettuato entro 24-72 ore.
La dearterializzazione emorroidaria transanale (metodo THD) acronimo derivante dall'inglese transanal hemorrhoidal dearterialization Doppler guidata: è un trattamento minimamente invasivo che si avvale di un segnale Doppler per individuare con precisione l'afflusso di sangue arterioso. Le arterie sono poi legate e il tessuto prolassato viene suturato nella sua posizione normale. Ha un tasso di recidiva leggermente più alto, ma presenta meno complicanze rispetto a un'emorroidectomia.
Emorroidectomia pinzata, nota anche come emorroidopessi pinzata, è una procedura chirurgica utilizzata in particolare per il trattamento di emorroidi di 2º o 3º grado con prolasso mucoso emorroidario. Il termine è in realtà improprio poiché l'intervento non comporta la rimozione di tessuto emorroidario, ma piuttosto del tessuto di sostegno lasso, allentato e anormalmente espanso che ha permesso alle emorroidi di prolassare verso il basso. Asportato il tessuto in eccesso i cuscinetti emorroidari e il tessuto rimanente sono tirati indietro fino nella loro corretta posizione all'interno del canale anale. Una suturatrice circolare fissa la posizione. L'intervento è generalmente meno doloroso ed è associato a una guarigione più rapida rispetto alla completa rimozione delle emorroidi. Tuttavia, la possibilità di recidiva di emorroidi sintomatiche è maggiore rispetto ad altri interventi ed è per questo motivo che non è consigliata per il grado 4º della malattia. In caso di emorroidi di grado 3º avanzato è necessario ricorrere alla procedura di Longo, descritta per la prima volta nel 1993 dal chirurgo italiano Antonio Longo e rapidamente adottata in tutta Europa. Evitando l'insulto chirurgico sulla zona perianale sensibile, si ha l'indiscutibile vantaggio di ridurre notevolmente il dolore post operatorio del paziente.
Dearterializzazione emorroidaria Doppler-guidata con laser (tecnica HeLP - Hemorrhoidal Laser Procedure): l’intervento viene eseguito senza alcun tipo di anestesia (solo lieve sedazione) e consiste nella chiusura, attraverso l’utilizzo di un laser a diodi da 980 nm di lunghezza d'onda, delle arteriole che irrorano direttamente il plesso venoso emorroidario, che va quindi incontro a una progressiva riduzione di volume delle vene emorroidarie responsabili della malattia con loro successiva chiusura. La completa obliterazione delle vene emorroidarie avviene in un arco di tempo variabile dai 30 ai 45 giorni. Vengono chiusi tutti e 12 i rami responsabili dell’afflusso ematico alle emorroidi senza rischi per la parete dell’intestino in quanto la loro funzione è solo quella di trasportare il sangue ai plessi venosi emorroidari.